Burle d’arte: il caso delle teste di Modigliani

modigliani scherzo

“Sì, io voglio essere così, come i ragazzi delle teste di Modì, prendermi gioco di ogni tua certezza, ma con leggerezza, come un colibrì!”

Caparezza

Quello che stiamo per raccontarvi, o magari ricordarvi, è l’episodio di uno scherzo, avvenuta nel mondo dell’arte, riguardante le famose teste di Modigliani. La burla, vede come protagonisti tre giovani studenti universitari che, con il loro ingegno, riuscirono a ingannare i critici.

Chi era Modigliani?

Modigliani

Originario di Livorno, Amedeo Modigliani, chiamato anche “Modì”, fu un pittore e scultore (1884-1920), famoso soprattutto per i suoi ritratti femminili dai tratti stilizzati e lunghi colli. Non apprezzato e deriso nella sua città natale, decise di andare a Parigi nel 1906, in un periodo molto importante per l’arte. In Francia ebbe l’opportunità di allestire la sua prima mostra nel 1917. Morì prematuramente per tubercolosi nel 1920 e la sua fama crebbe fino a farlo riconoscere come uno dei migliori artisti italiani del XX secolo.

Il centenario

Cento anni dopo la sua nascita, 1984, a Livorno, viene allestita una mostra al Museo d’Arte Moderna di Villa Maria, curata dai fratelli Durbè, Dario e Vera. Quest’ultima, direttrice del museo, parlerà in quei giorni di una leggenda secondo la quale, il giovane Modì gettò nell’Arno alcune statue insoddisfatto del proprio lavoro. Cominciano quindi in quei giorni le ricerche di queste famose teste.

I tre giovani studenti Michele Ghelarducci, Pietro Luridiana e Pierfrancesco Ferrucci, seguirono le vicende di quelle ricerche così ansiose. Ma con il passare del tempo, niente veniva ritrovato. In un momento di noia di quella calda estate, i tre decisero di riprodurre una testa nello stile dell’artista, muniti di martello e trapano elettrico, con la consapevolezza che il loro scherzo sarebbe durato poco, dato che i critici avrebbero sicuramente riconosciuto il falso.

Michele Ghelarducci, Pietro Luridiana e Pierfrancesco Ferrucci,

Uno scherzo troppo ben riuscito

Dopo una settimana di ricerche, finalmente la sovrintendenza ritrovò una testa nell’Arno, ma con sorpresa dei ragazzi, non era la loro. A loro insaputa anche lo scultore Angelo Froglia ebbe la loro medesima idea, gettando nel fiume altre due teste.

La situazione sfuggì ulteriormente di mano quando il ritrovamento delle tre teste fece il giro del mondo e alcuni dei più grandi critici di allora, ne avvalorarono l’autenticità.

A quel punto, i ragazzi decisero di confessare tutto in un’intervista al giornale Panorama, scatenando sconcerto e incredulità, portando i tre studenti a dover replicare in diretta televisiva il loro lavoro con gli stressi strumenti utilizzati la prima volta.

Michele Ghelarducci, Pietro Luridiana e Pierfrancesco Ferrucci,

La mostra al Museo D’Arte Moderna di Villa Maria chiuse, lasciando il mondo dell’arte nell’imbarazzo totale.

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