Sentimenti e sound: Booking sceglie la musica giusta

La musica può nominare l’innominabile, e comunicare l’inconoscibile

Leonard Bernstein

La scelta della colonna sonora, in uno spot pubblicitario, è fondamentale tanto quando lo storyboard e le immagini stesse. La musica ha un enorme potere emozionale ed evocativo, tanto da spingere, molto spesso, lo stesso consumatore all’acquisto. Sbagliare sound significa boiccottare la campagnia stessa.

Ci sono compagnie che hanno compreso a pieno l’enorme potere della musica, compagnie come Booking.com. Famosa in tutto il mondo per il suo servizio di prenotazioni online, l’ultima idea geniale dell’azienda è proprio la sua nuova campagna pubblicitaria “Vivi la tua curiosità“.

Diretta da Fredrik Bond e prodotta da MJZ, affiancati da Monika Lenczewska come direttore della fotografia, la campagna pubblicitaria, attraverso una serie di spot, cerca di evocare nel pubblico tutti quei sentimenti che affiorano durante un viaggio, celebrando momenti di vita quotidiana dove lo stesso spettatore può riconoscersi. La musica in questo contesto gioca un ruolo fondamentale: ogni spot “rappresenta” un sentimento, ed è proprio la musica che fa si che venga evocato.

Gli spot

Il primo video simboleggia la libertà. Per questo è stato scelto Here You Come Again di Dolly Parton, come colonna sonora per un ragazzo sulla sedia a rotelle che sfreccia lungo i campi da golf.

Il secondo video lanciato simboleggia la meraviglia. Qui i direttori, per accompagniare i due protagonisti che si godono un bellissimo tramonto, hanno scelto Only You degli Yazoo.

Il terzo video vede come protagonista una bambina che si sta truccando. La clip vuole evocare la fiducia in se stessi utilizzando come colonna sonora Bette Davis Eyes di Kim Carnes.

Per l’ultimo spot pubblicitario della campagnia invece è stata scelta Gotta Move di Barbra Streisand per rappresentare la determinazione. Il protagonista, un bambino con i braccioli, ha paura dell’acqua: ma la sua determinazione lo farà comunque tuffare nella piscina.

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