L’arte di Amanda Lear

amanda-lear

Quando penso alle feste di Natale, che come ti ho già detto per me sono tetre e tristi, mi si affolla la mente di immagini strane che mi portano a provare una vera e propria sensazione di spaesamento.

Quello che trovo magico del Natale però sono i tortellini della Maria, che non è mia nonna, ma un po’ la sento anche mia, la mancia dello zio svizzero, la tombola dello schifo con le amiche e i cartoni Disney alla tv.

Negli ultimi anni poi c’è stato un vero e proprio cambio di rotta: le protagoniste non sono più giovani, belle, formose e fortunate donzelle che trovano amore, soldi e ricchezze, ma ragazze dai fianchi larghi, famiglie problematiche, missioni da compiere.

Comunque è inutile che ci giro intorno con introduzioni farlocche, quando penso al Natale io penso ad Amanda Lear.

Si proprio lei, dai capelli biondi, il fisico androgino, i lustrini e la sua storia misteriosa tra la moda, la musica e il triangolo amoroso con Dalì e la moglie Gala.

amanda LearChi è Amanda Lear ?

Nasce come Amanda Tapp il 18 novembre del 1939 a Hong Kong, trasferitasi a Parigi dopo aver finito le scuole elementari, studia alla Scuola d’Arte di San Martino di Londra nel 1964.

In quel periodo, sale agli onori della cronaca in virtù della sua storia d’amore con Brian Ferry, frontman dei Roxy Music, e inizia a lavorare come modella per Catherine Harle. La Lear diventa molto richiesta in breve tempo: fa la modella per Paco Rabanne e viene immortalata dalle macchine fotografiche di Charles Paul Wilp e Antoine Giacomoni per testate come Vogue, Marie France ed Elle. Partecipa, poi, a sfilate per Antony Price, Ossie Clark e Mary Quant a Londra, e per Chanel e Yves Saint Laurent a Parigi.

Amanda Lear e Salvador Dalì

Nel 1965 a Parigi, in un locale chiamato Le Castel, conosce Salvador Dalì, eccentrico artista spagnolo che rimane immediatamente colpito dall’affinità spirituale che intercorre tra loro. Amanda accompagnerà la vita del pittore surrealista nei successivi quindici anni, passando ogni estate con lui, e sua moglie, avendo così l’opportunità di visitare i salotti parigini e scoprire i musei europei, oltre che posare per alcune sue opere quali Voguè e Venus to the Furs.

Il nome d’arte Amanda Lear pare sia stato proprio inventato dall’eccentrico pittore, foneticamente affine a amant de Dalí.

Il loro fu il ménage-à- trois più ambiguo degli anni ’70: Amanda attribuisce il merito della sua riuscita relazione multipla, durata 17 anni, all’intelligenza e al savoir–vivre della moglie del suo amante.

Gala era un’esperta di triangoli: lo aveva già vissuto, con lei al centro, insieme al primo marito Paul Eluard e a Max Ernst, che condussero un’interessante vita a tre, prima di partire, insieme, per una vacanza a Cadaqués, dove Gala incontrò Salvador. Per quest’uomo 11 anni più giovane di lei, lasciò marito e amante e decise di sposarsi per la seconda volta.

lear dalì

Questa donna straordinaria fu di una generosità assoluta: accolse  la giovane Amanda immediatamente in seno alla sua coppia (le due rimasero amiche fino alla sua morte), capendo che lei era una ricchezza e non un ostacolo.

Per realizzare un triangolo come il loro occorreva una certa classe. Non erano la coppia del commendatore squallido, con la villa in Sardegna, che ha l’amante nascosta e mantenuta, a cui racconta in continuazione bugie. Non si nascondevano mai, andavano tutti e tre insieme in vacanza, alle prime teatrali, a Parigi, a Londra, a New York, eravano felici e innamorati pazzi.Non erano gelosi, e mai lo sono mai stati. La gelosia è un sentimento molto borghese, che non faceva parte della concezione che avevano tutti e tre della vita e dell’amore.
Frequentavamo Andy Warhol, Fellini, Rostropovich o Onassis, erano su alti livelli, e Amanda non avrebbe mai voluto prendere il ruolo della moglie. In un triangolo meglio fare l’amante. Non hai il nome o il conto in banca, ma sei libera, non hai doveri, solo piaceri: la legge o la religione non ti obbligano a essere fedele fino alla morte e non hai bisogno di stare con il tuo amante tutti i giorni, vederlo mentre si lava i denti o sta sotto la doccia; in quel periodo,  all’epoca della sua relazione con il pittore surrealista, Amanda viveva fra Londra e Parigi ed era all’apice della sua lunga carriera.

Il loro era amore allo stato puro, che non aveva bisogno di sesso o di fedeltà. Dalì era totalmente impotente, incapace di avere qualsiasi rapporto sessuale. Non ha mai fatto l’amore in vita sua, era un mistico, che dipingeva il Cristo e la Vergine, andava dal Papa, non come il suo amico e contemporaneo Picasso, che pensava solo al sesso.
Riguardo a questo grave inconveniente per un rapporto amoroso, risponde: «Non mi sono mai divertita così tanto con un uomo.
Salvador non era bello, non aveva un fisico atletico come i giovanotti con cui usciva da qualche anno ed era molto più anziano di lei, ma con lui non si annoiava un istante. Dalì la faceva ridere, le parlava in continuazione delle cose più interessanti del mondo, era unico e straordinario.  Amanda non incontrerà più un uomo di questo livello.

Amanda Lear: la carriera

Protagonista della copertina di For your pleasure, disco dei Roxy Music del 1973, Amanda appare insieme a David Bowie nella serie tv Midnight special, sulla NBC. Sempre con Bowie l’anno successivo registra la sua prima canzone, Star, che però non viene mai pubblicata.

Il suo singolo di esordio sarà, invece, Trouble che tuttavia non otterrà il successo sperato, a dispetto delle lezioni di canto frequentate e pagate proprio da Bowie. Del brano, per altro, viene incisa anche una versione francese, che viene notata dall’etichetta Ariola Eurodisc.

Dopo aver preso parte al programma di Raidue Stryx, dove interpreta il personaggio ambiguo di Sexy Stryx, la Lear nel 1978 ottiene un cameo nella pellicola Zio Adolfo in arte Fuhrer e in Follie di notte, di Joe D’Amato. L’artista, però, non abbandona la carriera musicale, e dà alle stampe Never trust a pretty face.

Negli anni Ottanta, Amanda incide Diamonds for breakfast, eccezionale successo di vendite in Svezia e in Norvegia, e Incognito, accolto tiepidamente in Europa, si rivela un successo imprevisto in Sud America. L’unica hit destinata a lasciare il segno  però è Egal.

In Italia conduce Ma chi è Amanda? e due edizioni di Premiatissima su Canale 5, nel 1982 e nel 1983. Il 1984 è l’anno della pubblicazione di My life with Dalì, la sua prima autobiografia, intitolata in Francia Le Dalì d’Amanda, poi si dedica nuovamente alla musica dando alle stampe Secret Passion.

Il 1988 vede la Lear tornare in vetta alle classifiche musicali con Tomorrow (Voulez vous un rendez vous), reinterpretazione di Tomorrow“realizzata con Giovanni Lindo Ferretti, cantante dei CCCP Fedeli alla linea.

Ricompare in passerella, sfilando per stilisti come Thierry Mugler e Paco Rabanne.

Gli anni Duemila di Amanda Lear sono contrassegnati anche dal doppiaggio e dall’esposizione delle sue opere d’arte: per esempio con la mostra Never mind the bollocks: here’s Amanda Lear nel 2006. Dopo essere stata nominata Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere dal governo francese, nel 2009 pubblica l’album Brief encounters.

lear amandaIn una carriera poliedrica come la sua non può mancare il teatro, e così dal 2009 al 2011 inizia un tour con Panique au Ministere, spettacolo teatrale che attraversa la Francia, il Belgio e la Svizzera. Dopo aver preso parte, come membro della giuria, a Ciak, si canta!, varietà in onda su Raiuno, nel 2011 Amanda Lear incide il singolo Chinese Walk, e interpreta, nuovamente a teatro, la commedia Lady Oscar.

Pittrice, cantautrice, presentatrice, Amanda Lear vive in Francia, a Saint-Etienne-du-Gres, non lontano da Avignone.

Dall’inizio della sua carriera, l’artista francese ha dovuto convivere con le dicerie riguardanti la sua sessualità: si diceva, infatti, che Amanda, prima di diventare fotomodella, in realtà fosse un ragazzo, tale Renè Tapp, che si sarebbe sottoposto a un’operazione di cambio di sesso a Casablanca. La stessa Amanda Lear, tuttavia, in più di un’occasione ha smentito le dicerie a tal proposito, sostenendo che si trattava unicamente di una strategia pensata da lei, insieme con Dalì, per attirare l’attenzione e incrementare le vendite dei suoi dischi.

Tags from the story
,
More from Alessandra Liverani
L’arte di Antonello Ghezzi
Questa storia, quella che ti sto per raccontare, è la storia di...
Read More
Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *