Architetture d’amore

taj mahal
Quando l'amore...fa fare GRANDI cose!

Qualche giorno fa mi sono ritrovata a leggere un articolo che parlava di “architetture d’amore“, ovvero dei più bei mausolei mai costruiti (sì, non è l’argomento più allegro del mondo ma era interessante, giuro!). Fatto sta che la mia attenzione è stata catturata da quella che viene considerata una delle Sette Meraviglie del Mondo Moderno: il Taj Mahal.

Nonostante la sua fama, forse non tutti sanno che questo celeberrimo monumento dell’India settentrionale è in realtà un sepolcro. Ma la cosa emozionante è che la sua costruzione fu dettata principalmente dall’Amore che l’imperatore SHAN JAHAN (della stirpe islamica dei Moghul e discendente delle tribù mongole capeggiate da Attila e Gengis Khan, tanto per capirci) nutriva per la sua giovane moglie.

Siamo a metà del XVII secolo e Arjumand Banu, meglio nota come MUMTAZ MAHAL, perde la vita dando alla luce il loro quattordicesimo figlio, durante un viaggio a scopo militare del marito nell’India meridionale. Per onorare una promessa fattale quando ancora era in vita, l’imperatore portò il corpo della defunta moglie ad Agra, dove nel 1631 iniziò la costruzione del monumento più bello mai dedicato ad una donna, simbolo dell’arte musulmana indiana e riconosciuto dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità nel 1983.

Tante sono le storie e le incertezze legate a questo capolavoro (oltre ai dubbi sul nome dell’architetto, la leggenda vuole che, a fine lavori, Shah Jahan abbia fatto tagliare le mani ai capomastri, accecare i calligrafi e decapitare l’ideatore perché nessuno di loro potesse più creare un edificio simile!) ma ciò che importa a noi romanticone è l’idea del sentimento che animò la realizzazione del Taj Mahal. Poco conta la lieve nota di egocentrismo e autocelebrazione, in fondo dai.

Una volta acculturatami sul Taj Mahal, mi è però venuto da chiedermi quante altre grandiose costruzioni nel mondo fossero nate dal desiderio di rendere omaggio ad una donna. Poche in realtà. (Troppi uomini indegni!)

Uno degli altri esempi degni di nota si trova in Libano, precisamente tra Chouf tra Deir el Qamar e Beiteddine, ed è opera delle mani di Moussa Al Maamari.

castello di moussa al maamari

Nel 1945 il giovane venne rifiutato dall’amata, poiché non possedeva un palazzo all’altezza di quello della sua famiglia e per questo si impegnò a costruire un castello fatto di pietre tutte una diversa dall’altra, intagliate con le proprie mani. In realtà non fu solo l’amore a spingere Moussa ad andare avanti per decenni nella costruzione dell’opera, ma una vera passione per l’edilizia e il desiderio di rivincita. Secondo la tradizione, infatti, Moussa rimase talmente male del rifiutò che giurò alla ragazza che un giorno si sarebbe dovuta ricredere e inginocchiarsi davanti a lui (si dice che le porte siano tutte basse per questo motivo!).

Il castello di Moussa, una chicca nata dallo strano connubio tra stile arabo e medievale, è tutt’oggi visitabile, coi i suoi stretti passaggi, i soggiorni e il museo dedicato alla storia dell’artiglieria.

coral castle

Anche lo strano agglomerato di pietre e megaliti che vedete qui sopra è frutto del sentimento più nobile del mondo. La vicenda che sta dietro alla costruzione di Rock Gate Park, oggi conosciuto come Coral Castle è una vera favola d’amore. Anche se non propriamente a lieto fine… E sebbene sembri una favola piena di misteri è in realtà tutto (o quasi) vero.

Stando alla biografia di J. Bullard, il ventiseienne Edward Leedskalnin fu abbandonato dalla fidanzata sedicenne Agnes Scuff il giorno prima delle nozze. Per tornare nelle grazie dell’amata, decise di tentare l’impossibile: costruire un castello con le sue sole forze. (N.d.: secondo altre fonti lo scopo dell’opera sarebbe stato invece proprio quello di far innamorare Agnes di lui, prima di chiederla in moglie).

Fatto sta che dopo aver passato mesi alla ricerca del luogo ideale, si stabilì in Florida dove aveva trovato la pietra perfetta per dar vita alla sua opera, la pietra corallo (Coral Stone). È qui però che iniziano le leggende: nessuno ha mai confermato di aver visto Ed lavorare, nessuno sembrò averlo aiutato e l’artista tenne il massimo riserbo sulle tecniche utilizzate per l’assemblaggio delle pesantissime pietre. Certo è che lo scultore stava effettuando studi sull’elettromagnetismo e su una fantomatica macchina a moto perpetuo.

coral castle
La struttura come la conosciamo, del peso totale di 1.100 tonnellate, fu realizzata in 28 anni, fino alla morte dell’artista avvenuta improvvisamente nel 1951, proprio quando era vicino a svelare i segreti della costruzione del castello. Edward Leedskalnin lasciò questa terra senza essere mai riuscito a mostrare la sua opera all’amata Agnes.

Nel 1981 le fu pure offerto un viaggio dallo stato della Florida al fine di farle vedere cosa quel visionario aveva realizzato per lei, che però si dichiarò non interessata alla cosa. (Povero Ed, mai una gioia nemmeno da defunto).

Se avete intenzione di farvi un viaggetto in Florida, qui trovate tutte le info! 😉

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