Simboli tecnologici: sono veramente nati con l’avvento del Web?

simboli tecnologici

I simboli tecnologici ormai fanno parte della nostra quotidianità, li usiamo, ne parliamo, li vediamo tutti i giorni. Ma cosa vogliono dire? E soprattutto, come sono nati? ebbene vediamoli insieme!

Questo è il simbolo USB, quello che troviamo in tutti cavi e che puntualmente sbagliamo ad inserire nel computer a primo impatto. Il nome per esteso è Universal Serial Bus. I primi dispositivi compatibili con il sistema USB entrarono in commercio nel 1995.

Ancora oggi il creatore del logo è un grande mistero. Non vi sono documenti che attestino la paternità né ad una persone, né ad una società. Se la sua storia è avvolta nel mistero, il significato è molto più chiaro: prende spunto dal tridente di Nettuno (arma molto facile da maneggiare, come la stessa chiavetta).

Le differenti forme geometriche alle estremità delle rebbi simboleggiano la possibilità di connettersi a più dispositivi e lo standard unico utilizzato da tutti i device.


play simbolo

Ah il mio vecchio registratore! Dai chi non se lo ricorda? L’origine dei suoi simboli è avvolta nel mistero, non si sa di preciso il momento in cui sono apparsi, né chi li ha inventati.

La prima apparizione del simbolo play è attestata agli anni ’60 e sta a rappresentare una freccia. All’epoca i contenuti multimediali erano registrati e riprodotti su nastro e questo triangolo si dice indicasse la direzione verso cui scorreva nella bobina. Infatti i rispettivi pulsanti avanti e indietro veloce si basano sullo stesso concetto: riproduci velocemente e torna indietro velocemente.


Diventato ormai il simbolo per eccellenza di Instagram per avere più follower possibili, l’hashtag… ha un’origine inaspettata. La parola deriva dall’inglese hash (cancelletto) e tag (etichetta) e fu introdotto prima su Twitter per contrassegnare le parole chiave. Fu ideato da Chris Messina, un avvocato di San Francisco, che il 23 agosto 2007 postò su Twitter:

“how do you feel about using # (pound) for groups as in #barcamp [msg]?”

Ma l’hashtag come simbolo ha origini molto più antiche di Twitter. Infatti il cancelletto, così definito in grammatica, è un simbolo di punteggiatura ed è nato dall’abbreviazione latina di “numerus” . Molto spesso questo simbolo sostituisce .


chiocciola simbolo

La chiocciola è nata con l’avvento di internet e delle mail? Assolutamente no! Il simbolo era già in uso tra i mercanti veneziani del VI° secolo d.C. e rappresentava l’anfora come indicazione del peso e della capacità.

Viene utilizzato ancora oggi da spagnoli e portoghesi ed equivale a 12-15 kg. Questo simbolo si trova anche in Francia con il nome di arobas, che deriva dall’arabo ar-roub, e significa un quarto. È stata ritrovata su un documento risalente al 1536. Nasce come stilizzazione delle lettere “a” e “d” che formano la locuzione latina ad, ovvero “verso”.


Lo Smiley viene attribuito a Harvey Ball, che inventò la famosa faccina gialla nel 1963 per una compagnia di assicurazioni di Worcester in America.

Ma Harvey non promosse e non registrò mai come marchio l’immagine che aveva creato e finì per essere di pubblico dominio. Il povero Ball non ne ricavò alcun profitto.


Questo magico logo e il suo simbolo sui nostri Pc e Smartphon ci riempie il cuore di gioia. Il nome Wi-Fi nasce a livello commerciale nel 1999 dalla società di consulenza Interbrand che era stata ingaggiata da Alliance per creare un nome più simpatico di IEEE 802.11b (vi immaginate memorizzarlo!). Phil Belanger creò il nome basandosi su un gioco di parole con hi-fi.

Il logo si rifà allo yin-yang orientale a simboleggiare l’interoperabilità del prodotto (ovvero la capacità di un prodotto o di un sistema di interagire e funzionare con altri prodotti o sistemi).


Il caro e dolce cloud che usiamo per stipare i nostri file in eccesso ha origine all’inizio degli anni ’90.

La parola doveva indicare una enorme massa di singole unità che fornivano servizi di interconnessione digitale, proprio come una nube indistinta di dati.

Inutile dire che il simbolo della nuvola si è addetta perfettamente al servizio offerto.


Questo magico simbolino che usiamo costantemente nelle chat per mandarci screenshot (dai lo so che lo fate anche voi) è stato inventato da Alex King nel dicembre del 2006. Inizialmente era di proprietà della Creative Commons Attribution, fino a quando non è stato acquistato da Share This.

I tre cerchietti uniti da due linee indicano proprio l’idea essenziale della condivisione.


Il simbolo che ormai troviamo in ogni apparecchio elettronico del “power-on” è conosciuto da tutti ma pochi ne conoscono il significato.

Già negli anni ’40 gli ingegneri usavano il codice binario per rappresentare nello specifico gli interruttori: 1 simboleggiava “on” e lo 0 invece “off”. Con il passare degli anni i due simboli si sono fusi in uno solo che assolve entrambe le funzioni.


Nel X° secolo d.C. la Danimarca era governata dal re Harald Blåtand, una figura storica famosa per essere riuscita a riunire le tribù danesi in un unico regno. Harald veniva spesso chiamato “Bluetooth” perché era un noto amante dei mirtilli e almeno uno dei suoi denti aveva sempre un colore blu.

Vi starete chiedendo cosa c’entri tutto questo, ebbene la tecnologia Bluetooth è stata progettata appunto per collegare più dispositivi a una singola rete, come le tribù. Il simbolo nasce da un insieme di rune scandinave: “Hagall” è l’analogo latino di “H” e “Bjarkan” alla lettera latina “B”, che simboleggiano le iniziali di Harald Blåtand. Inoltre all’epoca un dispositivo collegato via Bluetooth era colorato di blu proprio come il dente del regnante.

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