La principessa di Agrabah: Jasmine, 27 anni dopo

Principessa Jasmine

Aladdin è un film d’animazione del 1992, prodotto dai Walt Disney Animation Studios. Diretto da Ron Clements e John Musker, è basato sul famoso racconto di “Aladino e la lampada meravigliosa” all’ interno della raccolta di fiabe “Le mille e una notte”.

Nella città di Agrabah, un giovane ladro, Aladdin, entra in possesso di una lampada magica che tiene prigioniero un Genio in grado di esaudire tre desideri del proprio padrone. Il giovane esprime come primo desiderio di essere trasformato in un principe, per potersi avvicinare alla principessa del regno, con la speranza di poterla sposare superando la legge, che obbliga questa a maritarsi solo un uomo del suo rango.

Chi è Jasmine?

Questa donna è una delle cinque principesse Disney che danno inizio ad una nuova era che in un certo senso si “tinge” di rosa. A differenza delle altre quattro però (Ariel, Belle, Pocahontas e Mulan), “principesse Disney” che diventano eroine della propria storia, con idee, sogni, determinazione e caparbietà, Jasmine è ancora uno di quei personaggi secondari che servono da cornice alla storia di un uomo come protagonista, caratterizzata però dallo stesso temperamento delle altre e un’impronta ben diversa dalle tre antenate degli anni ‘30/’50 (Biancaneve, Cenerentola e Aurora).

Jasmine è una principessa che non può uscire dal palazzo per poter conoscere il suo regno, non può sposare chi vuole e non ha voce in capitolo sulle scelte politiche e di amministrazione di Agrabah. Ciononostante, è un personaggio che già nella pellicola originale, nel suo piccolo tende a ribellarsi a queste imposizioni, avendo anche un’opinione di sé fuori dagli schemi.

Io non sono un trofeo da vincere

Jasmine nel live-action

Il suo coraggio e il suo senso di emancipazione sono stati messi maggiormente in risalto 27 anni dopo, con il live-action del cartone animato del 2019, co-scritto e diretto da Guy Ritchie. Interpretata da Naomi Scott, classe 1993, nel live-action, la principessa ha un ruolo ancora secondario, ma molto più di spessore. Viene messa in risalto la sua intelligenza, la sua voglia di conoscere meglio il suo popolo, il mondo e soprattutto la sua determinazione nel voler governare, poiché ritiene di essere l’unica in grado di farlo, piuttosto che affidare Agrabah a un principe straniero.

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Con un background lievemente più ricco, dove vengono spiegate le dinamiche di certi impedimenti con una lieve nota drammatica, un rapporto con il padre che rimane intatto e fedele al cartone originale, caratterizzato da un amore indescrivibile macchiato alle volte dalle incomprensioni tipiche di un padre e una figlia, una realtà sociale e culturale molto più rilevanti e soffocanti, stridono con il desiderio di libertà, di donare gioia e prosperità al proprio regno. Nessuno la capisce, neanche la sua fidata amica, Dalia, ancella di corte. Ma una voce dal popolo, quella di Aladdin, la incoraggia a credere nelle sue capacità.

Diamo voce al personaggio: Speechless

Come in altre live-action proposte negli ultimi anni, sono state rifatte le canzoni del film di animazione. È stata creata poi una canzone per Jasmine, Speechless (riadattata in italiano La mia voce) per esprimere
la sua voglia di ruggire come il mare in tempesta e di non farsi più sottomettere alla sua realtà, incarnata dall’ antagonista per eccellenza, Jafar.

Un brano moderno che si sa adattare a qualsiasi contesto, nonostante
sia mirato alla realtà di una donna araba che vive in un’epoca lontana, Speechless è un chiaro messaggio a tutte le donne e invita far sentire la propria voce e a non farsi più tarpare le ali da chi non crede nelle nostre
capacità. Questo personaggio raggiunge quindi quel volume che tanto meritava già quasi trent’anni fa, e che adesso ha finalmente avuto voce.

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